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In Hera la ricerca delle perdite idriche in rete è sempre più spaziale

In Hera la ricerca delle perdite idriche in rete è sempre più spaziale

Dopo la sperimentazione con l’utilizzo del satellite, la multiutility Hera sta testando, prima in Italia, un nuovo sistema all’avanguardia per la ricerca delle fughe idriche, basato sulla rilevazione della presenza d’acqua nel terreno attraverso i neutroni liberi, particelle provenienti dallo spazio, che vengono rallentate o assorbite dall’idrogeno presente nell’acqua. Il sistema è in fase di sperimentazione nel territorio di Bologna.

Dopo i satelliti arrivano i raggi cosmici. Per dare la caccia alle perdite idriche in rete, Hera si affida a una tecnologia sempre ‘spaziale’ e ancor più avveniristica, basata, appunto, sull’uso dei raggi cosmici: le particelle energetiche, non dannose, che provengono dallo spazio e alle quali è continuamente esposto anche il nostro Pianeta.

Il nuovo sistema, in fase di sviluppo e sperimentazione da parte della multiutility nel bolognese, permette di controllare una quantità di rete considerevolmente maggiore rispetto ai sistemi ‘tradizionali’, proprio perché può viaggiare con il mezzo mobile su cui viene montato.

La possibilità di estendere il controllo su una porzione di rete più ampia (si ricorda che Hera svolge in continuo l’attività di verifica sulle reti acquedottistiche gestite: complessivamente oltre 35.000 Km) è importantissima. L’individuazione delle perdite con questa tecnologia permetterà al Gruppo Hera di intervenire per ripararle con maggiore tempestività e, di conseguenza, di recuperare quantitativi importanti di “oro blu”, altrimenti dispersi.

Come funziona la ricerca perdite basata sui neutroni

Il nuovo sistema, che la multiutility, prima in Italia, sta testando su vari segmenti di rete idrica a servizio del territorio bolognese, per un totale di 1.250 km, prelocalizza le perdite tramite tecnologia cosmic rays, basata sul conteggio dei neutroni.

L’umidità del terreno è rilevata, in relazione alla concentrazione dei neutroni liberi, da un apposito strumento che, come si è detto, può essere montato su qualsiasi mezzo mobile. Queste particelle, infatti, vengono rallentate o assorbite dall’idrogeno: poiché una molecola d’acqua contiene due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, in una perdita idrica sono presenti molte molecole di idrogeno, che assorbono i neutroni e determinano un loro calo a livello del manto stradale. Calo che lo strumento è in grado di rilevare.

L’innovativo progetto di prelocalizzazione delle perdite idriche in rete è stato realizzato da Hera grazie alla partnership con la startup Cosmic, che ha messo a punto il sistema basato sulla rilevazione dei neutroni sviluppato dal team di Neptune Srl.

Il sistema ha conquistato il primo premio nella competizione dell’Agenzia Spaziale Europea dedicata alle imprese innovative, cui hanno partecipato 101 progetti, provenienti da tutti i Paesi aderenti all’Unione.

Non è un caso, poi, che Hera, secondo operatore a livello nazionale per volumi di acqua erogata (circa 300 milioni di metri cubi l’anno), abbia voluto sperimentare prima fra tutti questo sistema. La multiutility, al fine di garantire costantemente servizi di qualità al territorio in cui opera, rivolge da sempre la propria attenzione alle più moderne tecnologie, all’utilizzo delle quali dedica consistenti investimenti e l’impegno di qualificati gruppi di lavoro.

“Hera pone sempre al primo posto l’innovazione - dice Franco Fogacci, Direttore Acqua del Gruppo Hera - elemento importantissimo anche nella gestione del ciclo idrico, servizio caratterizzato da un’alta presenza di infrastrutture e più di altri soggetto alle conseguenze dei mutamenti climatici. È indicativo il fatto che il nostro Piano Industriale al 2023 preveda circa 830 milioni di euro di investimenti solo in questo settore. Investimenti utilizzati per renderlo sempre più efficiente e resiliente nel suo funzionamento quotidiano, puntando anche su tecnologie decisamente d’avanguardia, come quella che stiamo sperimentando”.

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