Da cava di ghiaia a discarica modello per il futuro
Barricalla, la discarica per rifiuti speciali pericolosi, chiude con un utile di 1,6 milioni di euro e annuncia l’installazione di un nuovo parco fotovoltaico da 1,7 megawatt. Il Presidente della società lancia l’allarme per il futuro: senza altre Barricalla dove andranno a finire i rifiuti speciali pericolosi?
Barricalla Spa è la società che gestisce l’omonimo impianto di smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non, considerato un modello a livello europeo per gli alti standard di sicurezza e di gestione. Nell’anno del 30° anniversario della Società (i primi conferimenti risalgono infatti al 1988) il bilancio chiude con un utile di 1,6 milioni di Euro.
Un risultato importante che tiene già conto sia dei significativi accantonamenti necessari per la gestione post-mortem (ovvero il controllo e la manutenzione dell’area una volta esauriti i lotti), sia degli impegnativi costi necessari per la costruzione del nuovo lotto dell’impianto.
Collaudato dalla città metropolitana il 25 luglio scorso e inaugurato il 14 settembre il V lotto permetterà il conferimento di altri 500.000 metri cubi di materiali: un dato importante per un Paese afflitto da una costante emergenza-rifiuti e in cui al momento esistono solo 12 discariche per rifiuti speciali pericolosi delle 37 che sarebbero necessarie entro il 2035 secondo le direttive emanate dalla UE nel contesto del “Piano di azione europeo per l’economia circolare”. L’avvio dell’attività del lotto cade in un momento particolarmente significativo: non solo per i 30 anni della Società festeggiati nel 2018, ma perché proprio in questi mesi il tema dell’emergenza ambientale e della gestione dei rifiuti è diventato di grande attualità nel dibattito nazionale. A fronte di una sempre maggiore richiesta di spazi per lo smaltimento di rifiuti speciali, nel nostro Paese si assiste a un sostanziale blocco di ogni tipo di piano dedicato, con la conseguenza diretta dell’innescarsi di situazioni-limite che portano all’emergenza. Al di là del valore economico che verrebbe generato da un adeguamento impiantistico sai per i rifiuti urbani sia per quelli speciali, non si deve dimenticare infatti che esiste un valore da cui non si può prescindere: la salute dei cittadini e la preservazione dell’ambiente.
“Non fare impianti, non trattare adeguatamente i rifiuti, non mettere mano, aldilà delle ideologie e degli estremismi che tengono in scacco il nostro Paese, significa, nella più rosea delle ipotesi trasferire il valore che noi potremmo generare ad altri paesi e in quella più fosca aprirci a una nuova stagione di disastri ambientali” commenta il Presidente di Barricalla Spa Alessandro Battaglino, che prosegue: “Dovrebbe essere chiaro che il traffico clandestino di rifiuti è solo il risultato di tre cose: impianti legali che mancano, prezzi di conseguenza assai alti, burocrazia. Caratteristiche che in qualsiasi settore creano inevitabilmente un mercato parallelo, illegale e difficile da controllare e che penalizza le imprese in regola. Se non ci saranno più Barricalla, dove andranno a finire i rifiuti speciali pericolosi?”
Proprio nell’ottica dell’economia circolare è stata annunciata l’installazione di un nuovo impianto fotovoltaico della potenza di 1,7 megawatt che sarà installato sui lotti III e IV di Barricalla, permettendo così la produzione di energia pulita per altre 700 famiglie per un anno intero e aumentando sensibilmente la fornitura prodotta dall’attuale impianto posto sul lotto I e II, arrivando così a servire complessivamente 1.100 famiglie.
Barricalla è il principale impianto di smaltimento in Italia per i rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, ed è situata alle porte di Torino, a Collegno, in un’area che ospitava una cava di ghiaia e che oggi si trova al nodo di congiunzione tra la tangenziale e l’ingresso ovest della città. Si estende su una superficie di circa 150.000 metri quadrati ed è immediatamente riconoscibile per l’ampio parco fotovoltaico visibile anche dall’esterno.
Da oltre 30 anni è un importante punto di riferimento per la corretta gestione delle sostanze potenzialmente pericolose di provenienza industriale e da terreni bonificati. Barricalla accoglie i rifiuti che non possono essere più reimpiegati nel ciclo produttivo smaltendoli in maniera corretta. Un rigido protocollo garantisce che i rifiuti non possano nuocere alla salute umana.
Dai dati del Rapporto Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) emerge che nel 2016 da un lato in Italia sono stati prodotti 135 milioni di tonnellate di rifiuti speciali - 125,5 milioni di non pericolosi e 9,6 di pericolosi - e dall'altro che le discariche per rifiuti speciali operative nel nostro Paese sono 350 (erano 364 nel 2015 e 392 nel 2014) e quelle per rifiuti pericolosi sono 12.
In questo contesto opera l'impianto di Barricalla, uno dei più importanti impianti di smaltimento in Italia per rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, sia per tipologia di CER (Catalogo Europeo Rifiuti) ammessi, sia per le quantità smaltite nel corso della sua storia trentennale durante la quale è divenuta un modello nella tutela ambientale, non avendo mai generato emergenze o situazioni di rischio.
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